Prendetevi la luna by Paolo Crepet

Prendetevi la luna by Paolo Crepet

autore:Paolo Crepet [Crepet, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-05-24T12:00:00+00:00


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La fortuna di essere malinconici

Quando penso a mio nonno paterno, artista di grande talento chiuso in un silenzio misterioso e affascinante, mi torna in mente una sua qualità che ho promosso in me stesso con fatica e caparbietà: il suo taciturno sguardo «lagunare», tipicamente veneziano, che non ha nulla a che vedere con il grigiore o con il sapore salmastro in cui è cresciuto, ma con la capacità di intuire in sé e in altri veli e sfumature. Non soltanto colori intensi, ma nuance dello spirito.

Spesso capita di sentir elogiare qualcuno/a affibbiandogli/le un bel «guarda che bel viso solare che ha…». Possederlo, ovviamente, è di per sé una qualità, soprattutto per chi ne usufruisce, anche se non significa sempre e necessariamente un beneficio per quella persona. La solarità è un’espressione che si trasmette al prossimo, ma per se stessi non promuove automaticamente un vantaggio.

Nella mia vita ho amato più spesso persone che dietro lo sguardo nascondevano qualcosa e non intendo nulla di losco o di ambiguo, bensì una complessità, un certo strabismo, proprio quello di cui parlava Amedeo Modigliani, ovvero la capacità di guardare contemporaneamente ciò che è fuori e ciò che è dentro se stessi.

Invece ho l’impressione che vi sia una tendenza ad apprezzare e premiare soprattutto una positività a oltranza, uno sguardo che induce rassicurazione, una gioia di facciata che non debba mai far trapelare nulla che non sia ottimistico. Elogio sconsiderato della perfezione che spesso nasconde insicurezza.

Ricordo una serata molto affollata in un teatro in provincia di Bologna. Per me, quando faccio una conferenza, è fondamentale «sentire» la gente e una disposizione a ferro di cavallo rappresenta il massimo per riuscire ad abbracciare, trattenendola, l’attenzione delle persone convenute. Si era arrivati all’orario in cui la concentrazione potrebbe scemare, quindi era fondamentale pronunciare qualche frase più incisiva, tenere un tono leggermente più alto. Fa parte della tecnica della comunicazione, me l’hanno insegnata decenni di esperienza, di tentativi ed errori.

Stava per partire l’applauso finale, forse anche da parte di chi non la pensava come me (anzi, mi auguro sempre di riuscire a parlare anche a coscienze lontane e distinte dal mio modo di vedere le cose della vita), e invece no. Dalla prima fila, ho visto alzarsi un signore di una certa età, ma non stava allontanandosi dalla sala, tutt’altro. Spalle a me e al palco, si è rivolto alla platea con l’atteggiamento di chi sta per pronunciare un’arringa. Si capiva dal tono delle sue prime parole che aveva un ruolo in quella comunità, infatti era il sindaco. L’invettiva era contro ciò che avevo appena finito di dire. L’argomento era semplice e chiaro: ero stato pessimista, avevo dipinto un mondo catastrofico inducendo tristezza tra i suoi concittadini.

È del tutto evidente che ognuno ha il diritto di dire ciò che pensa, non è certo questo il punto. Ciò che mi interessa qui rimarcare è quale aspetto, non solo nella comunicazione politica, sia diventato determinante per ottenere e mantenere consenso: occorre vestire i panni del portatore di un pensiero edulcorato perfino contro ogni evidenza.



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